«/1404er/ era nato dai video. Si faceva strada nei thread. I suoi occhi traducevano la luce da un flusso. Prima che i suoi occhi traducessero la luce da un flusso era solo una persona. Prima che il flusso diventasse un flusso, era un file. Un file AVCHD, e prima ancora era semplice luce riflessa e rifratta attraverso un sistema di lenti. Una copia di una cosa vivente» (B.R. Yeager, Amygdalatropolis, pp. 14-15).

L’amigdala è una parte del cervello, situata nel lobo temporale, deputata alla gestione delle emozioni. In realtà, il suo funzionamento è molto più complesso di così, dal momento che dall’intensità e dalla frequenza delle scariche ormonali che produce dipende sia la formazione, sia la memorizzazione tanto delle emozioni stesse quanto dei ricordi che a esse si accompagnano – nonché la rapidità con la quale risponderemo in futuro a situazioni simili.
Le disfunzionalità dell’amigdala sono centrali in tutti i disturbi dell’umore e in vari disturbi della personalità. Una amigdala disfunzionale (per cause genetiche o biografiche) provoca repentini sbalzi d’umore, così come reazioni esagerate, paradossali o fuori luogo (ridere mentre si piange).
L’amigdala, inoltre, influenza il sistema di ricompensa e partecipa a esso (oltre ai meccanismi di rinforzo negativo), pompando nel sangue gli ormoni (adrenalina, dopamina) che ci fanno stare bene, che ci fanno sentire forti, sicuri di noi e apprezzati dagli altri. In tal senso, l’amigdala è la piattaforma cerebrale sulla quale testiamo i nostri limiti: l’adrenalina che siamo in grado di sopportare oggi diverrà il punto di partenza per ciò che saremo in grado di affrontare domani e via dicendo.
Da tutto ciò deriva anche la grande importanza dell’amigdala all’interno delle relazioni affettive e nei processi di eccitazione sessuale.
L’amigdala è il nucleo della nostra vita emotiva e affettiva. Della nostra vita spirituale.
Se si sovraccarica al punto di “bruciarsi”, perdiamo ogni capacità di provare emozioni e cadiamo nell’apatia.
Se non viene stimolata abbastanza, qualsiasi evento, persino il minimo inconveniente o la più piccola gioia, sarà sufficiente a sovreccitarla.
Alcuni studi promossi dall’Unione Europea affermano che l’esposizione (soprattutto precoce) ai Social Network può causare problemi nel funzionamento dell’amigdala – e persino mutazioni strutturali a lungo termine.1 Tali problemi includono dipendenza, ansia cronica, attacchi di panico e disregolazione dell’umore.
Tuttavia, sarebbe errato affermare che viviamo in un’epoca nella quale la nostra amigdala è posta “sotto assedio”, come sostengono, ad esempio, Daniel Goleman o Jon Kabat-Zinn.2 Al nostro cervello – e, attenzione, si tratta di uno dei pilastri della Mindfulness terapeutica – non importa la nostra felicità; gli basta sopravvivere. Operare in cerca di una ricompensa, che prima o poi arriverà di certo, è uno dei migliori modi di tirare avanti. Sempre meglio che affrontare le difficoltà e gli ostacoli posti dall’ambiente circostante.

B. R. Yeager, Amygdalatropolis, Nero

Il protagonista di Amygdalatropolis (Nero 2025; originale Create Space 2017), /1404er/, è un hikikomori che vive in questa sorta di nuovo impero della mente: nei forum e sulle board di 4Chan, in particolare su quella da cui deriva il suo nome. Non esce di casa da anni e svolge online un lavoro da responsabile della sicurezza informatica di un organismo governativo. Per potersi addormentare, ha bisogno di sentire il rumore della ventola del computer, il ronzio e gli scricchiolii dei componenti che lavorano ed elaborano informazioni.
/1404er/ si espone a una rigida dieta composta da cibo spazzatura, funko pop, e-girl e, soprattutto, dai contenuti estremi postati sulla sua board di riferimento. Impossibile riferire di che tipo di foto e video si tratti, basti dire che si va da un uomo schiacciato da un carro armato (il video meno disturbante e più odiato dai membri del forum), fino a scene di omicidio, suicidio e persino pedofilia. Non c’è limite a quello che /1404er/ può sopportare, persino desiderare: la sua amigdala, ormai, necessita di soglie molto alte di stimolazione, al punto da non essere quasi più in grado di raggiungere l’orgasmo.
Il minimo comun denominatore della vita di /1404er/ sembra essere costituito dalla violenza. Una violenza fruita e subita in modo passivo e una violenza inferta attivamente – in particolare, quella diretta e indiretta inflitta nei confronti dei suoi genitori. La violenza gli scorre davanti agli occhi e gli passa attraverso. Lo spazio abitato da /1404er/ è uno spazio negativo nel quale gli affetti passano e trapassano, inghiottiti da un buco nero.
Non vi è modo di sapere se alcuni fatti riguardanti /1404er/ siano reali, immaginati o allucinati. Ciò, tuttavia, non è importante, dal momento che la sua vita interiore è del tutto indistinguibile dal suo doppio digitale.
Amygdalatropolis è un romanzo tutto sommato breve ma molto, molto intenso. Memore, sia stilisticamente, sia contenutisticamente, di un altro pezzo fondamentale di narrativa estrema quale Troie di Dennis Cooper (Fazi, 2007), che metteva in scena una board dedicata alle recensioni degli escort. Il legame tra Cooper e Yeager, tuttavia, non è costituito tanto dal retaggio della violenza, quanto dalla messa in scena del desiderio: da un lato, il desiderio perverso e fantasmatico di un erotismo strabordante; dall’altro, il desiderio scarico e autodistruttivo della pulsione di morte. Nel caso di Cooper, il massimo dell’esaltazione erotica si raggiunge, ad esempio, nel racconto del colpo di pistola alla nuca inferto subito dopo l’atto sessuale. In Amygdalatropolis, invece, l’apice è rappresentato dalla foto del cadavere di una vittima di abusi, postata sulla board e commentata in gruppo: un’immagine ottenuta per procura, doppiamente morta. La mummia di una mummia.
Nel primo caso la morte è riconosciuta e raffigurata come componente essenziale dell’erotismo; nel secondo si tramuta in uno strumento atto a superare l’erotismo stesso. Nel titolo, di fatto, il suffisso “-tropolis” sta a indicare (come nota il filosofo David Roden in una delle banderuole originali) la comunità tenuta insieme dal sacrificio e dal segreto: i due elementi che, a loro volta, fondano il legame tra la sfera erotica, la morte e la violenza. 4Chan si ritrova, così, riconfigurato in una sorta di setta segreta attraverso la quale diviene possibile scoprire, coltivare e alimentare ogni tipo di nefandezza e perversione.
È forse per questo che il romanzo è dotato di una corposa postfazione (in origine una prefazione), a cura di Edia Connole, brillante teorica e autrice di orientamento batailleano.
Il saggio di Connole opera un po’ come una spiegazione, un po’ come un’espansione del dispositivo narrativo di Yeager, andando a incidere là dove la carne non ha ancora messo in mostra nervi, tendini e ossa. Il risultato finale è che si finisce per svelare (benedetta onestà) buona parte del gioco sottile di questo tipo di fiction trasgressiva: benché si giustifichi e si promuova questo genere di testi come una sorta di moderne cautionary tale o “esplorazioni estetiche” dei lati più oscuri dell’umano, alla fine dei giochi l’autore o l’autrice ha scritto quello che ha scritto proprio perché si trovava totalmente a suo agio a farlo.
Per chi non abbia mai avuto a che fare con l’opera di Georges Bataille, potremmo dire che il romanzo viene presentato come una modalità mistica trasgressiva, che tenta, a modo suo, di oltrepassare ogni limite e proiettare il protagonista – e si spera il lettore – in una dimensione di piena sovranità interiore, al di là del bene e del male. Al di là di Dio ma anche del mero materialismo. Per far ciò, specifica Bataille, è necessario immergersi nella sofferenza, nel dolore, nell’erotismo e nella violenza. In una parola: trasgredire, ancora e ancora, fino alla dissoluzione del Sé.
Ottima traduzione di Andrea Cassini per questo leggendario romanzo d’esordio di B. R. Yeager, autore ormai piuttosto noto e apprezzato all’estero, sempre a cavallo tra trasgressive fiction (Cooper, Ellis, Sotos) e sperimentalismo (Burroughs, Ballard).
Spero vivamente che Nero pubblichi presto il prossimo volume: il celebrato e iper-estremo, super-radicale Negative Space (Apocalypse Party 2020). Occhio.

Note:
1) Joint Research Centre, The JRC explains: why are children and adolescents vulnerable to social media?, European Commission, 18/03/2025.
2) D. Goleman, Optimal, Mondadori 2024; J. Kabat-Zinn, Risveglio, Corbaccio 2019.


Immagine di copertina:
André Masson, Le Mort, Planche 7, acquaforte e acquatinta a colori, 1964

Crowdfunding Associazione Ibridamenti APS