Una carriera da ricercatore presso il dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, molti anni di specializzazione nell’ambito dei disturbi specifici dell’apprendimento in età evolutiva e oggi Studioso Senior dello Studium Patavinum,1 Patrizio Tressoldi è anche il fondatore dello Science of Consciousness Research Group,2 un gruppo di ricerca che indaga i cosiddetti fenomeni non ordinari di coscienza, e tra i firmatari del Manifesto for a Post-Materialistic Science.3 Ho il piacere di collaborare con lui da qualche tempo e l’ho intervistato per Ibridamenti.4

D. Parliamo di come sono nati i tuoi interessi.

R. Ben prima dell’università, il mio interesse era rivolto alle classiche “domande fondamentali”: chi siamo? Da dove veniamo? L’influenza maggiore è stata quella dell’antroposofia steineriana. Intanto studiavo tutto quello che mi capitava sottomano circa le capacità singolari della mente, come la ricezione di informazioni a distanza, l’influenza esercitabile su componenti biologiche o elettroniche a distanza, ecc. Solo verso il 2000 ho cominciato a metterci le mani personalmente, a provare, coi miei mezzi e la collaborazione di molti colleghi, a studiare la serie dei fenomeni cosiddetti parapsicologici. Il grande dibattito attuale è se tutti i nostri contenuti mentali siano davvero nient’altro che un prodotto biologico, se noi siamo nient’altro che materia biologica. La continuità di cui parlano le religioni e le grandi tradizioni spirituali è, per il modello dominante, solo un fatto culturale – la cui origine risiede nella paura dell’annichilimento – volto a dare un senso all’esistenza. Invece, per quanto mi riguarda, studiando alcuni di questi fenomeni (fra cui appunto quelli che ti coinvolgono in prima persona), sembra che le cose non stiano proprio così.

D. E come starebbero?

R. Alcuni aspetti della nostra vita mentale non dipenderebbero esclusivamente dal cervello. La cosa stupefacente è che si possono studiare con metodo scientifico cose che, solo fino a pochi anni fa, erano appannaggio della filosofia o delle religioni. La fondazione dello Science of Consciousness Research Group è stata la formalizzazione di questo mio filone di ricerca, ovvero i fenomeni non ordinari di coscienza, o esperienze eccezionali (non mi piace la parola “paranormale”, né l’espressione “esperienze anomale”, perché dall’aggettivo “anomalo” trapela la possibilità del patologico): ad esempio OBE,5 NDE6… Penso che noi siamo altro dal nostro cervello. È anche bello potersi confrontare con le tradizioni filosofiche, religiose e spirituali e poter dialogare con chi percorre delle strade esperienziali, ovvero utilizza pratiche diverse di autoconoscenza. Prova, sperimenta e poi vedi. Anche questo è metodo scientifico; non credere a quello che altri hanno sperimentato; pratica con curiosità, con cura e impegno, e poi verificherai la veridicità di ciò che altri hanno detto.

D. Come ha recepito l’università questa formalizzazione in gruppo di ricerca?

R. Ufficialmente nell’università italiana c’è la massima libertà di ricerca, nel senso: a te piace questa cosa? Studiala, cerca di guadagnarti lo stipendio, produci sapere; un po’ di fondi te li diamo noi, gli altri li cerchi da te. Ovviamente, se cominci a mettere in discussione il paradigma dominante, ancora molto resistente nella cultura scientifica accademica, le cose diventano più complicate, non sono in tanti a offrirti del denaro per fare ricerca. Ma siamo riusciti a sopravvivere bene, vedi la Bial Foundation.

D. Ecco, parliamo della Bial Foundation e del GRIM.

R. Il GRIM, di cui tu stessa fai parte (insieme a me e al coordinatore Fernando Sinesio), è il Gruppo di Ricerca Italiano sulla Medianità. Abbiamo elaborato un protocollo di verifica delle capacità medianiche 7 e stiamo cominciando a diffondere le nostre ricerche. È uscito un primo articolo: Testing mediumship accuracy with a triple-blind protocol,8 a cui a breve ne seguiranno altri. Purtroppo, è passata l’idea che noi dessimo un certificato di medianità, mentre quel che diamo è solo il certificato del superamento di un protocollo. C’è una certa differenza.
Siamo aperti a tutte le interpretazioni. Il tema della sopravvivenza dopo la morte è quello più ponderoso; sicuramente un modello fisicalista, materialista non può che escludere che vi sia la continuità di qualcosa di noi. Quindi, portare evidenze del contrario mi pare interessante.
Abbiamo recentemente ottenuto un cospicuo finanziamento triennale dalla Bial,9 fondazione portoghese che, a partire dal 1994, ha istituito un programma di fondi per la ricerca scientifica nei campi della psicofisiologia e parapsicologia, con la mission di favorire lo studio scientifico dell’essere umano, sia dalla prospettiva fisica che da quella spirituale.

D. Quali sono i tuoi futuri campi di ricerca?

R. Oltre alla medianità, un settore sul quale abbiamo lavorato con il collega Luciano Pederzoli (ingegnere, esperto di ipnosi) è l’utilizzo dell’ipnosi, appunto, per indurre stati non ordinari di coscienza, in particolare OBE, e canalizzazioni con persone rigorosamente selezionate, preparate e sensibili. Abbiamo chiamato questa tecnica IPNOBE e IPNOCHANNELING. Altro settore è quello di cercare di produrre delle immagini mentali su apparecchiature elettroniche (attualmente stiamo lavorando con una telecamera ad altissima sensibilità). Siamo nell’ambito della possibilità che la mente umana possa, solo con l’intenzione, agire su apparecchiature elettroniche, come anche su componenti biologici (si pensi alla guarigione a distanza, il distant healing). Tutto ciò può contribuire a farci comprendere chi siamo realmente, e a rispondere a delle domande fondamentali. Studiare chi siamo da vari punti di vista; confrontare quanto viene detto dalle grandi tradizioni religiose, filosofiche con quanto si può ricavare dalla ricerca scientifica. Senz’altro affascinante.
Si tratta anche di rompere un tabù, di fare un grosso lavoro culturale. Come dire: “Guardate, quello che viene detto dalle grandi tradizioni spirituali e religiose trova supporto anche attraverso altre forme di conoscenza”.
Ne approfitto per rendere nota una nuova ricerca: si tratta di un’indagine sulle esperienze non ordinarie in concomitanza della morte. Siamo interessati a raccogliere tutti i tipi di esperienze non ordinarie vissute personalmente (escluse quindi quelle riferite da altre persone) associate (prima, durante o subito dopo) alla morte di parenti, amici, conoscenti, come ad esempio, visioni, sogni, segni, ecc., sia a distanza che in presenza. Può partecipare chiunque, con la semplice compilazione di un questionario.10

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Note:

1) La figura di “Studiosa e Studioso senior dello Studium Patavinum” viene conferita per valorizzare il contributo delle/dei docenti che, terminato il servizio, intendono comunque continuare nel loro impegno a sostegno dell’Università di Padova.
2) https://socrg.org
3) Per il testo del Manifesto rimando a: https://openscience.org
4) Per la produzione scientifica di Tressoldi si rimanda a: https://scholar.google.it/citations?sortby=pubdate&hl=it&user=uoURuxcAAAAJ&view_op=list_works
5) Out-of-Body Experiences.
6) Near-Death Experiences.
7) Si veda: http://www.patriziotressoldi.it/cmssimpled/uploads/images/papers/GRIM%20Protocollo%20valutazione%20medium.pdf
8) Qui: https://f1000research.com/articles/10-351. Riporto l’abstract: «Even if mediumship is a practice that probably originated at the outset of human history and is embedded in many cultural and religious traditions, scientific investigations into mediumship are quite recent. In this study, we aim to investigate if self-defined mediums can retrieve information about specific deceased persons in an unconventional way, that is, without retrieving the information from the parents or friends of the deceased person or by other conventional means. To our knowledge, this is the first registered report related to this phenomenon. Our experimental design will be triple-blinded: the mediums and their interviewer will only know the first name of the deceased person and of the requesting person. The parents or the close friends of the deceased person will not interact in any way with the medium. Furthermore, they will be blind about which of two lists of information (readings) paired with deceased persons of the same gender is related to their parents or friend. Accuracy of information will be analysed by three criteria: (1) percentage of correct identification of the readings related to the requested person; (2) comparison of the global scores (on a scale 1 to 6) assigned to the intended readings with that of control readings; and (3) comparison of the difference between the percentage of correct minus incorrect information identified in the intended readings with that of the control readings».
9) https://www.bial.com/com/bial-foundation/
10) https://forms.gle/jr6wCxZfSfg3ErCg6