Benjamin: costellazione aura nome

Benjamin: costellazione aura nome

In margine al libro di Marco Maggi, Walter Benjamin e Dante. Una costellazione nello spazio delle immagini, Donzelli.

Una costellazione innominata è aura. Nominare una costellazione è profanare il mistero che non v’è alcun mistero attorno alle cose. L’aura è sempre in agguato. Non c’è un’epoca alla quale la sua sacralità appartenga esclusivamente. Per lo stesso motivo non c’è un’epoca nella quale essa si secolarizzi completamente. Nominare le stelle – come fa Dante alla fine di ogni cantica – è ricondurre luce alla sua fonte, rompere l’ottundimento simbolico del veduto (l’oggetto che vediamo attraverso la luce) per restituire vista al vedere.

“Dante mette Beatrice tra le stelle. Per lui, dunque, in Beatrice le stelle potevano essere vicine. Perché nell’andata le forze della lontananza appaiono vicine all’uomo” (Benjamin 1916).