Nulla di nuovo, per acquisire differenti punti di vista occorre spostarsi, l’esortazione è sempre attuale. Che cosa accade però quando il tentativo è quello di muoversi dal paesaggio in cui si dimora stabilmente, quello descritto dalla propria lingua, per sostare in quello cinese? “La Cina è una cultura di tracce, di trame, di esagrammi, di pittura… La questione dell’anima è secondaria, la domanda importante è: abbiamo un corpo?” (François Jullien)